Milano città di moda e di mode. L’ultima che si è affacciata sulla scena culinaria è quella della “pizza gourmet“. Dimenticatevi marinare, capricciose e quattro stagioni; benvenute alle margherite gourmet e gourmet estreme di Lievità.
La pizza gourmet nasce tra Verona e Brescia grazie alle intuizioni di tre chef: Simone Padoan de I Tigli, Renato Bosco di Saporè e Nerio Beghi di Sirani. Focaccia come base (quindi abbastanza spessa), tagliata a spicchi per facilitare la degustazione al tavolo e farciture ardite, a volte oltre qualche limite.
Da Lievità non troviamo niente di tutto ciò; Giorgio Caruso, 31enne di Caserta, rimane legato alla tradizione: la protagonista, infatti, rimane la Margherita (ovviamente in versione gourmet).
La carta si divide in Margherite Gourmet e Gourmet Estreme.
L’impasto è di farina integrale o semi-integrale, lievitato tra le 24 e le 48 ore grazie al lievito madre. Passando ai condimenti, tutte materie prime di grandissima qualità per la maggior parte DOP, IGP e da presidi Slow Food.
Le diverse tipologie di pomodoro utilizzate (ben 6, provenienti dalla Campania) permettono numerosissimi accostamenti con gli altri ingredienti e diverse esperienze per ogni pizza: lì dove prevale la sua dolcezza viene accostato ai capperi o al cacioricotta.
I prezzi delle pizze vanno dagli 8,50 ai 18 euro per le più elaborate.
Terminata la cruciale fase di esplorazione del menù e fatte le nostre scelte (processo non così facile come può sembrare) diamo con calma un’occhiata al locale: piccolo ma non soffocante e con la cucina a vista. Dettaglio non trascurabile: era pieno quando siamo entrati, ha continuato ad esserlo durante il pranzo e lo era ancora al momento di andar via; sempre con qualcuno in fila fuori. Segno che la nomea di “miglior pizzeria di Milano” non è così sbagliata.
Le Pizze
Iniziamo dalla “Pizza del giorno“: friarielli, salsiccia e scamorza affumicata.
Ottimo equilibrio di sapori che compaiono in bocca uno dopo l’altro.
Poi “Un baccalà italiano in Germania“: baccalà mantecato, pomodorini secchi, cima di rapa, olive nere caiazzane, fiordilatte di Agerola, limone. Probabilmente la più ardita delle tre, soprattutto per la scelta del baccalà; al primo morso però ogni dubbio (quel minimo che sarebbe potuto sorgere) svanisce all’incontro col sapore del limone che accompagna quello del pesce e delle verdure.
Infine “Miracolo” (non un esclamazione di gioia, che in ogni caso sarebbe venuta spontanea dopo l’incontro con questi particolari sapori): antico pomodoro si Napoli Miracolo di San Gennaro, capperi di salina, alici di Cetara, origano selvatico di Salina e basilico fresco.
Tanto pomodoro, in salsa e in pezzi carnosi. La sua dolcezza è equilibrata alla grande dai capperi e dalle alici, vere protagoniste. Chiudendo gli occhi pare di trovarsi su un peschereccio di Cetara; il sapore di mare è inconfondibile e si sprigiona con forza in bocca.
Viva la pizza Gourmet!
Solitamente non sono uno che segue le mode o si strappa i capelli per stare al passo; ma se la moda è così gustosa e comprende il tornare da Lievità, allora sono ben contento di seguirla a occhi chiusi!
E a voi piace questa moda?