In Italia esiste questa sorta di pregiudizio, ormai in diminuendo grazie agli sforzi di grandi professionisti, per cui in un ristorante esistano due realtà ben distinte: la sala e la cucina.
Pregiudizio per cui, alla fine, il più lo fa chi lavora ai fornelli e chi è in sala ha solo il compito di servire il cliente. Per fortuna l’eco di queste sciocchezze non è giunto fino ai protagonisti di questa storia: Silvia, Marco, Solaika Marrocco e Gabriele. L’unità di intenti ma soprattutto l’amicizia che li lega ha portato sempre più persone a segnarsi in agenda il nome di PRIMO.
E sapete quale è la misura di questa sintonia? Il fatto che ancora prima di mangiare, il racconto del piatto già mi permette di immaginare il percorso e le idee di Solaika nella sua creazione e di vederle poi materializzate al primo assaggio; e sia Silvia che Marco in questo sono bravissimi.
Ogni visita, una sorpresa
Chi mi segue su Instagram avrà ormai capito che sono un grande sostenitore di questi ragazzi, infatti ogni viaggio in Puglia è un’occasione per andarvi a mangiare e ogni volta l’asticella viene alzata. Le idee sono ormai ben consolidate: ricette tradizionali del territorio rilette dal giovane talento di Solaika Marrocco e valorizzazione dei grandi ingredienti locali come il pomodoro e la carne di Podolica. Se due anni fa il piatto di cui mi ero innamorato era lo Scampone crudo all’Asakura Sansho; quest’anno ce ne sono ben due: lo Spaghetto al Pomodoro e il Risotto allo stracchinato con caramello di peperone e alloro. Il primo è un “classico” spaghetto al pomodoro datterino con polvere di origano e peperoncino che potrebbe fare competizione al famoso Spaghetto al Pomodoro di Niko Romito. Il secondo rientra tranquillamente tra i migliori risotti mai mangiati.
Se tutto questo non vi ha convinto, molto male, e siete persone pragmatiche e che badano più al “sodo” proviamo così; nonostante la giovane età e l’essere autodidatta ogni anno i riconoscimenti si accumulano come tanti mattoncini su cui fondare le basi per un futuro che non può che non essere luminoso; tutto senza mai montarsi la testa e quasi nascondendosi dietro al timido sorriso. Da pochi giorni è entrata tra gli ambasciatori del gusto, la più giovane fino ad ora, e a marzo salirà sul palco dell’auditorium di Identità Golose per la sua prima lezione insieme a Cristina Bowerman.