Alla confluenza dei fiumi Yangtze e Jialing si trova la metropoli di Chongqing, chiamata anche la città della nebbia e il Gusto della Nebbia, molto piccante, è quello che Lampo Wu ha portato a Milano quattro anni fa.
Con 33 milioni di abitanti e una superficie quasi cinque volte maggiore di quella di Pechino, a Chongqing si è sviluppata una fiorente cucina sub-regionale, derivata da quella del Sichuan. Famosa per essere parecchio piccante, la cucina del Sichuan si è già diffusa per le vie di Milano con grande successo. Quella della città della nebbia non è assolutamente da meno e Lampo riesce ad esprimerla in tutte le sue sfumature.
Arrivato in Italia nel 2014, Wu Jun Xin nella vita fotografa e dipinge; nel tempo libero invece cucina a casa sua le specialità della città d’origine, prima per gli amici e poi per i clienti del suo home restaurant. Nel 2017 è il momento del ristorante vero e proprio; un piccolo ed elegante locale dietro a Corso Como. Il nome Il Gusto della Nebbia, che in cinese si scrive Wu Wei, ha una duplice valenza: il gusto di Chongqing e il gusto di Wu (nome cinese di Lampo). Chiede alla madre il libro di ricette di famiglia, si organizza per importare dalla Cina alcuni ingredienti qui introvabili e il gusto è pronto ad esplodere.
Non un solo Piccante
Quello che per noi è una sensazione anestetizzante o di bruciore, e che solitamente associamo solo al peperoncino rosso, in Cina è un vero e proprio sapore , con diverse sfumature in base al peperoncino usato. C’è il piccante che “prende la bocca” e quello che “sale al naso”. La cucina di Lampo rappresenta perfettamente quello che in cinese è definito MA-LA, due delle sei declinazioni di piccante, che significa “intorpidente e piccante”. A questi se ne affiancano altri quattro: XIAN (fresco, saporito,), XIANG (profumato), SU (croccante fuori tenero dentro), TANG (bollente).
Gli amanti dei sapori forti non avranno di che lamentarsi ma anche i più “delicati” potranno chiedere di restare leggeri con il potenziale “esplosivo” dei piatti. A proposito dei piatti non potete perdere i wanton, i tipici ravioli cinesi; ripieni di carne, hanno una consistenza meravigliosa: perfetto incontro tra tenace, morbido, gommoso e resistente. Ad accompagnarli la Salsa dello Chef; preparata con ben 16 spezie diverse, è uno dei segreti tramandati a Lampo da sua madre al momento di aprire il ristorante.
Non chiamatelo Ramen
L’altro piatto forte sono sicuramente i noodles, rigorosamente in brodo. Attenzione però, non chiamateli ramen bensì Xiaomian. Il ramen, piatto giapponese ma frutto della dominazione cinese sull’arcipelago, prevede di usare spaghetti fatti a mano; tutto il resto è noodles, che Lampo trova già pronti in un laboratorio di fiducia milanese.
Questo piatto viene proposto in diverse varianti, tutte da provare; c’è quella tradizionale con piselli gialli e ragù di pancetta, c’è quella con manzo servita con un brodo ottenuta con coscia di manzo cotta per 4 ore e quella con i tendini di manzo. Oppure potete optare per la versione del giorno come ho fatto io: dei fantastici noodles in brodo con pancetta e fagioli di soia fermentati.
I più coraggiosi tra voi potranno provare il Vulcano (Tofu e ragù di manzo in salsa piccante) servito al tavolo in una ciotola di pietra rovente e con il brodo bollente. Unica nota dolente i dolci; della Gelatina Rinfrescante ho apprezzato, purtroppo, solo la freschezza ma ci certo questo non inficia il giudizio finale che è assolutamente ottimo.
Via Privata Nino Bonnet 11
Lampo Wu
I piatti tipici della cucina di Chongqing