Si sviluppa su un arcipelago di 60 isole, ha una popolazione di circa 5 milioni di abitanti (la maggior parte stranieri), è uno dei centri finanziari più importanti al mondo ed ospita anche un Gran Premio di Formula 1. Avete capito di chi stiamo parlando? Ma ovviamente di Singapore, o meglio della Repubblica di Singapore (l’omonima isola è solamente la più grande dell’arcipelago).
Negli anni 90 era conosciuta anche come una delle quattro tigri asiatiche, e il suo sviluppo economico continua ancora oggi soprattutto in ambito tecnologico.
Negli ultimi anni però, Singapore è diventata anche la culla per l’alta ristorazione del Sud-Est Asiatico. Traino di questo nuovo movimento è stato soprattutto Andre Chiang, chef taiwanese classe 1976, proprietario dell’omonimo ristorante due stelle Michelin e al secondo posto della Asia’s 50 Best Restaurant.
Questa rinascita gastronomica ha colpito anche gli ispettori della Guida Michelin, che ha pubblicato nel 2016 la prima edizione dedicata esclusivamente alla piccola città-stato. La particolarità di questa Rossa asiatica è che non tratta solamente i ristoranti come li conosciamo qui da noi bensì ha assegnato una stella Michelin anche a due locali che si occupano di street food (vero e proprio culto nel Sud-Est asiatico): Hawker Chan di Chan Hon Meng e Tai Hwa Pork Noodle. Come se qui in Italia la Michelin iniziasse ad assegnare le ambite stelle anche alle pizzerie; cosa tra l’altro chiesta a gran voce da più parti.
Hawker Chan
Hawker Chan Hong Kong Soya Sauce Chicken Rice & Noodle si trova nella Chinatown di Singapore in quella che viene chiamata Food Street, caratterizzata da numerosissimi ristorantini e baracchini. Ciò cui siamo interessati si trova però in fondo alla via. Il menù è molto semplice e fotografico per aiutare i tanti turisti. Per mangiare hanno organizzato un sistema di prenotazione e pagamento anticipato, si ottiene l’ambito ticket col proprio numero e ci si mette in coda; coda che nelle ore di punta diventa imponente.
Come facilmente intuibile dal nome il piatto forte è il pollo accompagnato da riso o noodles, i tipici spaghetti asiatici. La carne è davvero tenera e cotta alla perfezione; il tutto viene accompagnato da delle salsine dal gusto forte e piccante. Ovviamente non si possono fare paragoni con piatti della cucina nostrana ma quella sensazione di voler ritornare al più presto non può che essere positiva.
Per finire il prezzo, davvero irrisorio: un piatto costa mediamente 4,50 dollari di Singapore cui si possono aggiungere extra e contorni fino ad arrivare a circa 10 $ per un unico pasto. Tradotto in euro, vuol dire mangiare con circa 5 €; considerato che in certi food truck con 5 € non si mangia è davvero un affare.
Tai Hwa Pork Noodle
Tai Hwa Pork Noodle si trova al di fuori delle rotte turistiche più battute, al confine del quartiere musulmano e non troppo lontano dalla grande moschea. Si trova all’interno di una Eating House, un luogo con diversi chioschi di street food a self service con dei tavoli in comune. La grandezza stimata è di circa 6 metri quadrati al cui interno un cuoco e due assistenti si alternano tra pre e post cottura dei piatti come se impegnati in una frenetica danza ma in perfetta sincronia.
Il menù è ristretto ai cinque piatti indicati e fotografati sull’insegna. Dopo aver ordinato, con qualche difficoltà vista la pressoché nulla conoscenza dell’inglese della persona alla cassa, ci si mette in coda (anche qui può raggiungere le ore di attesa). Terminata l’attesa e giunti finalmente al bancone si può ammirare lo chef in tutta la sua asiatica maestria e ricevere una bella scodella fumante.
La scelta è ricaduta sulla specialità della casa: i Pork Noodles, spaghetti serviti con pezzetti di carne di maiale (tra cui anche il fegato) cotti nello stesso brodo con cui vengono serviti ed insaporiti con l’immancabile salsetta a scelta tra piccante normale e piccante da lacrime agli occhi. Il piatto è davvero molto buono e saporito, ovviamente anche in questo caso per nulla paragonabile con qualcosa a noi conosciuto.
Piccolo aneddoto finale: abbiamo condiviso il tavolo con un loquace signore locale il quale ci ha per prima cosa chiesto come fossimo finiti lì e, in seconda battuta, ci ha sgridato per non aver preso la versione piccante del piatto che lui stesso stava mangiando. Considerato che ha passato l’intero pasto ad asciugarsi cascate di lacrime siamo stati ben felici di non averlo ordinato!
E voi avete mai provato qualcosa del genere? :)