Ogni volta che sentiamo il nome Pompei accostato a qualche continente/stato/regione non italico tendiamo subito a storcere un po’ il naso; Jerash invece si merita decisamente questo soprannome ingombrante vista l’eccezionalità delle sue rovine molto ben conservate.
Alessandro Magno fondò la città nel IV secolo a.C. durante la sua avanzata in Medio Oriente ma raggiunse il massimo splendore sotto la dominazione romana. Annessa alla Repubblica da Pompeo, la città venne ridisegnata, ampliata e abbellita per i successivi due secoli. Nel 747 un terremoto devastò la zona e questo segnò l’inizio del declino della città, successivamente abbandonata fino al 1878. La scoperta delle rovine ha portato alla rinascita della città, la cui parte moderna si accalca pericolosamente ad est del sito.
L’arco di Adriano e l’Ippodromo
La visita inizia un poco fuori dalla città, presso l’Arco di Adriano, costruito per celebrare la visita dell’imperatore nel 129. La monumentale porta è stata recentemente ricostruita e dall’entrata principale si possono già osservare in lontananza le colonne del foro. Appena oltrepassato l’arco, sulla sinistra, possiamo ammirare l’immenso ippodromo. Il colpo d’occhio di 15000 tifosi festanti durante le corse delle bighe dell’epoca doveva essere davvero stupefacente. Oggi, due volte al giorno, si tengono delle rievocazioni storiche di manovre militari e corse con le bighe.
Il Foro e il Tempio di Zeus, il Cuore di Jerash
Attraversata la Porta Sud e fatto qualche passo ci troviamo nel bel mezzo del Foro: una piazza ellittica circondata da decine di colonne. Qui la popolazione si riuniva ai piedi del tempio dedicato a Zeus, era il vero cuore pulsante di Jerash. Seguendo il percorso saliamo al tempio dedicato al Padre degli Dei, costruito nel 162.
Il terremoto che colpì la città danneggiò seriamente la struttura ma le rovine permettono di farsi un’idea di come doveva essere in origine il complesso. Ancora in piedi diverse colonne della struttura originale, imponenti e davvero suggestive.
Un poco nascosto dietro il tempio di Zeus c’è un altro dei tesori di questa città: il Teatro. Non fatevi ingannare dall’esterno spoglio, appena entrati vi troverete ai piedi di 32 file di posti quasi intatti. Alle vostre spalle c’è il bellissimo ed elaborato palcoscenico, oltre il quale si può ammirare il contrasto tra le antiche rovine e la città moderna.
Il Cardo Maximo
Ritornati al foro imbocchiamo il Cardo Massimo, la strada principale di Jerash. Come detto poco fa, una volta sotto la dominazione romana la città fu ridisegnata secondo i canoni architettonici latini che comprendevano il cardo e il decumano come assi portanti. Pensate che il cardo era interamente colonnato (ve ne erano più di 500) e fiancheggiato da monumentali edifici. Tra quelli rimasti in piedi vi sono il Ninfeo e il Tempio di Artemide.
Il primo era la fontana ornamentale più importante della città ed era dedicata alle divinità dell’acqua. Si riesce ancora ad intuire quanto finemente decorata fosse la struttura a due piani, coronata da una semicupola aperta.
Il Tempio di Artemide era il principale luogo di culto della città, che dominava dalla sua posizione rialzata. 11 delle 12 imponenti colonne del peristilio sono ancora in piedi e sfoggiano meravigliose sfumature dorate quando illuminte dal sole. La storia dell’edificio è piuttosto travagliata: gli abitanti lo smantellarono per costruire delle chiese e nel XII secolo gli Arabi lo trasformarono in un castello poi distrutto dai templari.
La Città delle Chiese
Dirigiamoci verso est lungo il Decumano sud per raggiungere l’area di Jerash “dedicata” alle chiese. Dopo l’Editto di Costantino numerosi monumenti romani furono abbandonati e smantellati per costruire nuove e sontuose chiese. A Jerash ne sono state trovate ben 15; tra le più importanti quella dedicata a Cosma e Damiano che conserva ancora degli spettacolari mosaici ottimamente conservati.
Jerash è sicuramente uno dei siti archeologici più belli di tutta la Giordania e merita assolutamente una visita. Preparatevi a dedicarle almeno mezza giornata, soprattutto se volete scoprirla per bene; non dimenticatevi acqua e crema solare, a dicembre il sole dava un piacevole tepore ma dubito possa essere lo stesso nei mesi estivi. Potreste anche allungare l’itinerario fino ad Ajloun, un castello arabo costruito in cima a una collina e ancora ben conservato.