Quale occasione migliore del mio compleanno per organizzare una toccata e fuga di un giorno e mezzo in Salento? Ed ecco che in quattro e quattr’otto, insieme a tre amici, organizziamo questo weekend fuori porta in quella che è la mia seconda casa visto che gli zii abitano ancora a Brindisi.
L’obiettivo del viaggio era in realtà prettamente culinario visto che per sabato sera avevo prenotato un tavolo da Primo Restaurant, premiato a novembre con la sua prima stella Michelin grazie al talento di Solaika in cucina e di Silvia e Marco in sala.
La giornata di sabato l’abbiamo invece spesa lungo la costa che da Lecce porta fino a Santa Maria di Leuca, seguendo la meravigliosa strada litoranea. Un itinerario assolutamente fattibile in una sola giornata e senza dover per forza correre da un posto all’altro. Qui sotto potete trovare la mappa con l’intero percorso.
Grotta della Poesia e Faraglioni di Sant’Andrea
La nostra prima tappa è Roca Vecchia dove si trova la famosissima Grotta della Poesia, forse la perla più famosa del Salento. Se in estate questo posto magico è quasi preso d’assalto dai turisti, a marzo è quasi deserto ma la bellezza dei colori dell’acqua rimane intatta. La grotta, o meglio le grotte visto che sono due, un tempo era un luogo adibito al culto di Thaotor Audirahas, una divinità legata alla guarigione dalle malattie.
A due passi dalla grotta si trova un’interessante area archeologica con resti risalenti a parecchi secoli fa. L’area è stata abitata fin dall’età del ferro e secondo gli studiosi doveva essere un importante snodo commerciale.
A pochi minuti da Roca Vecchia si trova invece il paese di Torre Sant’Andrea, famosa per i suoi faraglioni. Lasciate la macchina di fronte all’hotel Alba Chiara e andate avanti per un centinaio di metri fino alla scogliera. Il panorama che vi troverete davanti agli occhi è davvero spettacolare: candide falesie calcaree si innalzano dal mare color turchese nelle forme più disparate. Quella più suggestiva è quella a forma di arco, chiamata appunto “Arco degli Innamorati“. Proprio di fronte a questa roccia si trova una scala di cemento che porta fino al mare.
Otranto e la Cava di Bauxite
I raggi del sole che si riflettono sulle bianche mura di Otranto prima e sull’acqua cristallina poi sono uno degli spettacoli più belli che possa offrire il Salento.
Lasciate la macchina nei dintorni del Castello Aragonese (aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00 e dalle 10.00 alle 20.00 il sabato e i giorni festivi, costo 7 €) e salite sulle mura per godervi la vista della città. Da lì avventuratevi tra le viuzze del centro storico, riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’UNESCO nel 2010. Questo dedalo di viuzze tortuose ospita numerosi negozi tipici e ristorantini e spesso si apre improvvisamente sul mare.
Tra i tanti tesori di Otranto la Cattedrale è assolutamente da visitare. Consacrata nel 1088, ospita un mosaico raffigurante l’Albero della Vita e che ricopre l’intera superficie interna della chiesa. Nel 1480 i turchi conquistarono la città dopo un breve assedio e sterminarono il clero e i civili che qui si erano rifugiati e che rifiutarono la conversione all’Islam. Le reliquie di una parte degli 813 martiri di Otranto si trovano oggi nella cappella in fondo alla navata destra.
Ma il segreto meglio custodito di Otranto è la piccola Chiesa di San Pietro. Questa chiesetta si trova nel centro del borgo antico e custodisce degli antichissimi mosaici bizantini. Purtroppo le ultime due volte che sono stato a Otranto l’ho sempre trovata chiusa e nessuno ha saputo darci indicazioni su chi contattare per poterla visitare.
A pochi chilometri da Otranto si trova uno dei luoghi più insoliti e fotografati dell’intero Salento: la ex-cava di Bauxite. Dismessa da quasi 50 anni, in questo luogo veniva estratta la bauxite utilizzata per la produzione dell’alluminio; oggi, davanti agli occhi dei visitatori si mostra uno spettacoloso lago color smeraldo circondato da pareti di colore rosso acceso. Per visitare la cava cercate su google maps “Parcheggio Orte-Cava di Bauxite”; lasciate la macchina, incamminatevi lungo la strada sterrata e prendete il sentiero sulla destra dopo circa 100/200 metri. In pochi minuti vi affaccerete sul lago. Non scavalcate la recinzione che si trova davanti al cancello, quel sentiero si trova su un terreno privato ed è molto più scosceso e selvaggio di quello “ufficiale”.
Santa Maria di Leuca
Lasciata Otranto imbocchiamo la litoranea e iniziamo a seguire la costa fino a Santa Maria di Leuca. Questa strada panoramica è una delle più belle della Puglia; vi troverete ad attraversare campi coltivati e a guardare giù da scogliere a strapiombo sul mare. E se siete fortunati potete anche vedere un falco in caccia passare proprio sopra la vostra testa.
Lungo la litoranea incontrerete numerosi borghi uno più bello dell’altro. C’è Santa Cesarea Terme con l’arabeggiante Villa Sticchi, c’è Castro con il suo castello e c’è Tricase Porto dove ci fermiamo per un pranzo vista mare a base di pesce.
Subito dopo pranzo raggiungiamo finalmente Leuca, sull’estremo lembo del Tacco d’Italia. Arrivati qui avete due opzioni, parcheggiare nei dintorni del lungo mare oppure parcheggiare davanti al Santuario di Maria de Finibus Terrae. Noi abbiamo scelto la prima e abbiamo imboccato la passerella che costeggia il porto fino alla Scalinata e alla Fontana Monumentale che viene attivata pochi giorni l’anno, solitamente ad agosto. Qui si sale fino alla piazza antistante il santuario da cui si gode di una bellissima vista sulla città e sul mare.
Camminando sul lungomare di Leuca lo sguardo è inevitabilmente catturato dalle numerose ville. Ognuna di esse ha un elemento caratteristico: c’è Villa Meridiana, Villa Mellacqua con le sue quattro torri e Villa Episcopo che prende ispirazione dalle pagode cinesi. Molte di queste ville hanno proprio di fronte a loro le bagnarole, delle piccole casette che permettevano alle donne ottocentesche di potersi fare il bagno lontano da occhi indiscreti e senza prendere il sole.
Lecce, la Firenze del Salento
Nonostante venga soprannominata la Firenze del Sud o la Signora del Barocco, soprattutto durante i viaggi estivi Lecce tende ad essere sottovalutata. Pur non essendo così gettonata, il capoluogo del Salento stupisce fin dal primo sguardo grazie alle strade colme di vita, ai suoi palazzi, alle botteghe artigianali e alle sue chiese barocche. Per visitare approfonditamente Lecce servirebbero almeno due giorni ma uno può essere sufficiente per i monumenti più importanti. La cosa migliore da fare, se potete, è quella di dividere la visita tra la sera e la mattina successiva.
In serata partite da Porta Napoli, uno dei tre archi di trionfo fatti costruire da Carlo V per fortificare la città, e imboccate le viuzze del centro storico fino a trovarvi in piazza del Duomo, dominata dalla vista della bellissima Cattedrale di Maria Santissima Assunta con le sue facciate barocche e il campanile di 72 metri costruito da Giuseppe Zimbalo. La piazza ospita altri due magnifici esempi del barocco leccese: l’Episcopio e il Palazzo del Seminario.
Dirigetevi poi verso piazza Sant’Oronzo, il salotto di Lecce, dove spiccano il Palazzo del Seggio, ex sede del municipio, e la Colonna Votiva; davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie si trova invece l’Anfiteatro Romano, portato alla luce con gli scavi necessari a porre le fondamenta dell’edificio della Banca d’Italia. Si pensa che potesse accogliere circa 20.000 spettatori e che fosse usato per le venationes, i giochi con le belve feroci. In Avvento qui viene allestito un presepe a grandezza naturale.
In mattinata potete invece dedicarvi alla visita delle numerose chiese, alcune dei veri capolavori barocchi. La più famosa, e secondo me più bella, è la Basilica di Santa Croce, merito soprattutto della monumentale e decoratissima facciata. Proprio di fianco alla basilica si trova il Palazzo dei Celestini che oggi ospita Prefettura e Provincia. Le Chiese di Sant’Irene e San Matteo sono anch’esse imperdibili e rappresentano bellissimi esempi del barocco leccese.
Cattedrale, Santa Croce, Santa Chiara, San Matteo e Sant’Irene sono visitabili pagando un biglietto del costo di 6 € se volete visitarne solo una o di 9 € per visitarle tutte e cinque.
Salento da Mangiare
Come detto in apertura, la nostra toccata e fuga in Salento aveva per lo più un obiettivo gastronomico. Sabato a pranzo, sfruttando l’itinerario costiero, ne abbiamo approfittato per tornare alla Taverna del Porto a Tricase. Affacciato sul porto della piccola Tricase la specialità di casa è ovviamente il pesce; in particolare non potete non provare il loro fritto misto.
In serata siamo invece stati ospiti di Silvia, Marco e Solaika da Primo Restaurant, a due passi da Piazza Mazzini. La stella conquistata a Novembre è una delle più meritate di questa edizione della Rossa; ho avuto la fortuna di mangiare qui diverse volte e l’asticella veniva costantemente alzata fino ad arrivare al degno riconoscimento. Il mio consiglio è quello di provare il percorso degustazione, Solaika vi trasporterà attraverso sapori e tradizioni pugliesi. Un esempio? I Ravioli di Scapece Gallipolina che rivisitano una tipica preparazione di Gallipoli a base di alici, aceto e zafferano.