Insediamento nativo, base missionaria, prigione, base navale e infine città; nel corso della sua lunga storia Ushuaia è stata molte cose. Quello che non è mai cambiato è il suo essere il Fin del Mundo, oltre le ultime isole fuegine disabitate, solo il Passaggio di Drake ci separa dall’Antartide.
Ci troviamo nel cuore della Terra del Fuoco; là dove termina, dopo una corsa di 25.000 km, la mitica strada panamericana che la separa dall’Alaska. Montagne innevate, foreste, laghi, fiumi e ghiacciai circondano la città e rendono Isla Grande ancora più epica di quanto si possa immaginare leggendo di questi luoghi estremi.
Nonostante per molti Ushuaia sia solamente la base di partenza per le crociere antartiche (o, peggio, la discoteca di Ibiza), questa regione offre numerose alternative per entrare davvero a contatto con la natura. Vale quindi la pena trascorrere qui qualche giorno all’interno di un itinerario in Patagonia.
Ushuaia, Fin del Mundo, Principio de Todo
La prima popolazione a insediarsi in queste zone furono gli Yaghan (o Yaman), parte di un più vasto gruppo di nativi noti come Selknam. Il nome Ushuaia deriva proprio dalla lingua Yaghan, ‘ush’ che significa “fondo” e ‘waia’ che significa “baia”, ed è stata tradotta in Baia alla Fine del Mondo. I primi europei a esplorare queste acque e successivamente a insediarsi furono gli inglesi; nel 1833 la HMS Beagle al comando di Robert FitzRoy esplorò il Canale di Beagle mentre nel 1869 il missionario Waite Hockin Stirling fu il primo a vivere stabilmente con gli Yaghan. L’anno successivo fu raggiunto da altri missionari che iniziarono a costruire il nuovo insediamento.
A fine secolo, su decisione di Juan Argentino Roca (futuro presidente), la cittadina fu convertita in colonia penale destinata a prigionieri politici e criminali pericolosi provenienti da Buenos Aires. Chiusa la prigione nel 1947, il governo Perón promosse un importante progetto di riqualificazione della città, gestito dal bolognese Carlo Borsari, che rese la città quella che è oggi.
La Laguna Esmeralda
Ushuaia non è solamente la base di partenza delle crociere antartiche o delle escursioni alla Pinguinera. Nei dintorni della città ci sono numerose opportunità per fare dei trekking davvero incredibili. Quella alla Laguna Esmeralda è probabilmente l’escursione più popolare: breve, senza particolari difficoltà e, cosa più importante, super scenografica.
Questa escursione è fattibile anche in autonomia (ma se decidete di proseguire per l’Ojo del Albino è meglio andare con una guida); c’è infatti un autobus che dalla città conduce all’inizio del sentiero. La partenza è alle 10 o alle 11 e il ritorno alle 16 o alle 17, il costo di 9.000 ARS.
Perdersi è praticamente impossibile vista l’infinità di cartelli e di tracce lasciate da chi è passato prima di noi. Il fatto di non dover concentrarsi principalmente sulla strada da seguire, permette di godersi appieno l’ambiente circostante. Il sentiero, infatti, attraversa due degli ambienti tipici della Terra del fuoco: la foresta di lenga e le torbiere.
La prima parte dell’escursione si svolge in un fitto bosco, abbastanza fangoso e scivoloso, che si interrompe là dove iniziano le torbiere e la vista si apre sulla Valle Tierra Mayor. Qui è possibile vedere alche alcune castorere, le dighe costruite dai castori. Questi animali furono introdotti nella zona dal Canada per sviluppare l’industria delle pellicce; l’esperimento terminò in un misero fallimento: il clima meno rigido ha portato i castori a sviluppare pellicce meno folte e l’assenza di predatori ne ha favorito lo sviluppo, con pesanti conseguenze ecologiche sull’ecosistema locale.
Grazie alle passerelle in legno installate apposta superiamo l’area umida e rientriamo nel bosco. La seconda uscita dal bosco regala una vista spettacolare: una piana lussureggiante attraversata da un fiume azzurro con le montagne a fare da quinta. Ancora un piccolo tratto in salita ed ecco lo specchio blu della Laguna Esmeralda aprirsi davanti ai nostri occhi.
Per rientrare si percorre lo stesso sentiero dell’andata.
L’Ojo del Albino
L’escursione alla Laguna Esmeralda in realtà non si conclude al bellissimo lago glaciale. C’è infatti la possibilità di proseguire oltre sul versante per raggiungere il ghiacciaio chiamato Ojo del Albino. Fu una guida locale a dare questo nome alla laguna e al ghiacciaio per il colore bianco e la forma rotonda.
Raggiungerlo però non è proprio una passeggiata di salute, e tra poco capirete perché, quindi consiglio di affrontare l’escursione con una guida. Noi ci siamo affidati a Emiliano di 54 Trek e tutto è andato a meraviglia. Nel prezzo sono infatti compresi il box lunch, gli elmetti e i bastoncini per l’ultima parte di salita e il trasporto da e per l’hotel.
Il sentiero parte dalla Laguna Esmeralda, inoltrandosi nel bosco sulla sponda destra per circa 1 km. Usciti dal bosco la vegetazione scompare improvvisamente lasciando il posto a una pietraia. Il “sentiero” è segnalato da degli ometti ma basta poco per perderlo e trovarsi lontano dal percorso migliore. All’incirca a metà salita facciamo una pausa per indossare gli elmetti; è il momento della parte un pochino più tecnica in cui occorre utilizzare anche le mani. Passo dopo passo superiamo il versante e ci troviamo davanti all’ennesima meraviglia di questa regione: una laguna glaciale dall’acqua turchese.
Purtroppo il vento forte, insieme a qualche goccia di pioggia, non ci permette di rimanere in quota per mangiare; per rientrare occorre seguire nuovamente il percorso dell’andata.
La preparazione per questo trekking è ancora più importante che per gli altri; nel giro di qualche ora il sole ha lasciato spazio a vento e pioggia e il dispendio fisico, soprattutto sull’ultimo tratto di salita, è davvero alto.
Crociera nel Canale Beagle: Isla Martillo, l’isola dei pinguini
Più che per i trekking però, Ushuaia è famosa come punto di partenza per l’escursione che porta all’Isla Martillo, l’isola dei pinguini. L’isola si trova nel canale di Beagle e questa escursione permette di navigarne gran parte, per questo è assolutamente imperdibile. Insieme al Passaggio di Drake e allo Stretto di Magellano, il Canale di Beagle è uno dei tre passaggi che uniscono Atlantico e Pacifico. Deve il suo nome alla HMS Beagle che sotto il comando di FitzRoy esplorò queste acque tra il 1826 e il 1830; la stessa nave venne utilizzata per un’altra spedizione qualche anno più tardi, a cui partecipò anche Charles Darwin.
Al porto turistico di Ushuaia si trovano numerose agenzie che organizzano questa escursione; i prezzi variano a seconda del giro effettuato (non tutte raggiungono Isla Martillo) e alla possibilità o meno di sbarcare sull’isola (possibilità offerta da una sola agenzia). Noi abbiamo scelto quella organizzata da Rumbo Sur.
L’imbarco sul catamarano avviene, come detto, al porto della città; e dopo un breve briefing sulla sicurezza è il momento di partire in direzione mare aperto. Allontanandosi dalla città si possono ammirare da una parte le cime innevate del Monte Oliva e dei Cinco Hermanos e dall’altra le pianure dell’Isola Navarino. Il primo arcipelago che si incontra navigando verso sud è quello delle Isole Bridges; durante la navigazione è possibile salire sul ponte superiore (scoperto) per poter osservare i tanti uccelli marini che abitano queste acque. I più numerosi sono senza dubbio i cormorani imperiali e di Magellano ma non mancano sterne, ossifraghe, petrelli e oche.
La prima fermata è alla Isla de los Lobos e alla vicina isola del Faro Les Eclaireurs. La prima è abitata da una colonia di leoni marini sudamericani e la nave si avvicina abbastanza da poterli ammirare bene e a lungo. Siamo anche stati abbastanza fortunati da poter osservare numerosi cuccioli dell’anno insieme alle proprie madri. Il faro invece è attivo fin dal 1920 ma, nonostante la posizione, non si tratta del famoso “faro in capo al mondo” descritto da Jules Verne nel suo romanzo. Quel soprannome spetta al faro di San Juan de Salvamento che si trova ancora più a sud.
La navigazione prosegue verso sud-est per circa un’ulteriore ora fino a raggiungere finalmente Isla Martillo. Il catamarano riesce ad avvicinarsi fino a riva permettendo a chi è a bordo di ammirare i buffi abitanti dell’isola. Sull’isola vivono una colonia di pinguini di Magellano e una di pinguini Papua (o Gentoo); i primi vivono soltanto sulle coste meridionali di Argentina e Cile e sono “parenti” dei Pinguini del Capo sudafricani. Con un po’ di fortuna è possibile vedere anche una coppia di pinguini reali che raggiungono l’isola nel periodo della muta. Questi animali sono estremamente curiosi e si avvicineranno alla barca per spiare i “nuovi arrivati”.
Durante il periodo estivo (dal 1° Novembre al 31 marzo) sono programmate due escursioni al giorno, una dalle 9:00 alle 15:00 e una dalle 15:00 alle 21:00. Il ritrovo è mezz’ora prima della partenza al chiosco della compagnia e il prezzo dell’attività è di 125.000 ARS (circa 120 €).
Come arrivare a Ushuaia
A meno di non trovarsi già in Patagonia il modo migliore per arrivare a Ushuaia è con un volo interno. Aerolinas Argentinas e Latam offrono vari collegamenti da Argentina e Cile (con un prezzo leggermente superiore). Qui le compagnie low-cost non esistono e i prezzi possono davvero diventare proibitivi se non prenotati col giusto anticipo.
Qualora invece vi trovaste a El Calafate (o più a sud), è possibile raggiungere la città con l’autobus. Questo è stato il mezzo che più abbiamo utilizzato durante il nostro viaggio: prima per raggiungere Puerto Natales da El Calafate e poi per arrivare fino in Terra del Fuoco dal Cile. Le certezze in ogni caso sono due: il traghetto per oltrepassare lo Stretto di Magellano a Punta Delgada e il passaggio dalla frontiera. Gli orari degli autobus sono generalmente allineati a quelli dei traghetti, per questo motivo non dovreste attendere molto prima dell’imbarco. Discorso diverso per il passaggio della frontiera, le pratiche possono essere anche molto lunghe. Considerate quindi almeno 10/12 ore per il viaggio, in base alla città di partenza (le 10 ore si riferiscono alla tratta Puerto Natales-Ushuaia).
Quando andare a Ushuaia
Nonostante l’Antartide sia più vicino che Buenos Aires, Ushuaia è visitabile in qualunque periodo dell’anno. Il fatto di trovarsi vicino al 55° parallelo Sud comporta lunghissime giornate durante l’estate australe compensate da giornate corte e buie durante l’inverno. Possiamo fare un paragone con le zone più settentrionali della Norvegia.
Il clima è comunque piuttosto mite; in inverno le temperature medie sono di circa 1/2 °C mentre in estate si raggiungono anche i 15 °C. Il periodo migliore è dunque quello compreso tra novembre e marzo, che coincide con l’alta stagione. È anche il periodo in cui il tempo è più instabile, una caratteristica che condivide con l’Islanda e le Svalbard. In poche ore è possibile passare da una bella giornata soleggiata a un improvviso acquazzone; per questo è sempre meglio uscire attrezzati con abiti impermeabili e non fidarsi troppo delle previsioni.
I mesi di luglio e agosto sono invece perfetti per gli amanti degli sport invernali. A circa 30 km da Ushuaia si trova infatti il comprensorio di Cerro Castor, un paradiso per gli sciatori.
Dove dormire a Ushuaia
Durante i giorni trascorsi a Ushuaia abbiamo soggiornato all’Hotel Monaco. La posizione è motlo comoda visto che si trrova lungo Avenida St. Martin, la via principale e a due passi dal lungomare.
Dove mangiare a Ushuaia
La gran parte dei ristoranti di Ushuaia si trova lungo la strada principale, la Avenida San Martin, e lungo Avenida Maipu, sul lungomare. La specialità principale è ovviamente il pescato, quasi sempre fresco di giornata (a parte durante il periodo di fermo pesca). Il piatto tipico della città è la centolla, il granchio reale meridionale, servito da molti ristoranti.
- Tante Sara Pasteleria: ottima pasticceria/panetteria situata sulla strada principale; perfetta per una merenda veloce al ritorno da una delle attività;
- El Viejo Marino: questo è uno dei più celebri ristoranti dove provare la centolla; purtroppo non prende prenotazioni e l’unico modo per sedersi a un tavolo è quello di mettersi in coda e attendere;
- Augusto: di gran lunga il miglior ristorante tra quelli provati a Ushuaia; elegante, servizio cordiale e rapporto qualità prezzo davvero ottimo;
- Taberna del Viejo Lobo: locale che richiama il passato da colonia carceraria della città; vale la pena per l’ambientazione e la location, sicuramente particolare, meno per il cibo;
- Chiko: piccolo locale situato in una delle vie perpendicolari all’Avenida San Martin; qui abbiamo provato la centolla, anche se non ci ha lasciato troppo impressionati. Da provare invece il merluzzo nero, servito con una variante argentina del risotto.