Lasciataci Natchez alle spalle proseguiamo verso il Louisiana lungo le sponde del Mississippi. Lo stato di cui New Orleans è la città più popolosa fa parte degli Stati Uniti da più di due secoli e nel suo odierno territorio si sono avvicendati e incontrati numerosi popoli.
Spagnoli, francesi, italiani e tedeschi oltre ai numerosi schiavi costretti a lavorare nelle piantagioni di cotone o di zucchero. Questo melting pot di culture ha avuto un grande influsso anche sulla tradizione culinaria.
In Louisiana (ma in generale in gran parte degli Stati del sud) si riconoscono due correnti di cucina: quella creola e quella cajun. Entrambe affondano le loro radici nella cucina francese ma mentre quella cajun è tipica della cultura contadina e usa soprattutto ingredienti più rustici, quella creola nasce nelle cucine delle case dei nobili francesi emigrati dal vecchio continente. Essi giunsero in questi territori insieme alla servitù, e quindi assieme ai loro cuochi che cercarono di riproporre la cucina della madrepatria usando ingredienti locali.
Parkway Bakery and Tavern
Uno dei piatti principali di New Orleans è, un po’ a sorpresa, un panino: il “Po’Boy”. Gli ingredienti principali sono della carne stile roast beef e frutti di mare o crostacei fritti, esiste anche la versione Surf and Turf con carne e gamberi fritti.
Esistono numerose storie sulla nascita di questo piatto, una delle più popolari narra di due fratelli ristoratori ed ex tranvieri che durante lo sciopero dei loro ex colleghi del 1929 hanno dato loro i panini gratis. I lavoratori del ristorante chiamavano gli scioperanti “Poor Boy” e da quel momento anche il panino ha assunto questo nome poi abbreviato dal dialetto locale in “Po’boy”.
A New Orleans esistono tantissimi ristoranti e bar che offrono questi panini ma siamo stati attirati da questo in particolare per la sua specialità: il Po’boy con alligatore.
Il locale è grande e per lo più all’aperto con i tavoli sotto un grande gazebo. Si ordina alla cassa e si aspetta di essere chiamati al tavolo.
I panini vengono preparati al momento, e questo è sicuramente un punto a favore, ma non sono così indimenticabili come mi sarei aspettato. Tra il Surf and Turf e quello all’alligatore ho apprezzato di più il secondo, non solo per la carne dal sapore deciso e speziato contro i gamberi palesemente surgelati del primo; anche per il semplice fatto di essere riuscito a mangiarlo senza dover raccoglierlo in giro per il piatto. Vero è che il detto sopra la porta è “Se non vi sporcate le mani non è un Po’Boy”, però non occorre esagerare.
Bayona
Il ristorante di Susan Spicer in pieno French Quarter è stato, purtroppo, la più grande delusione del viaggio. Avevo scritto che molto spesso, negli USA, le esperienze migliori non si fanno nei ristoranti rinomati ma in quelli cui non daremmo una lira e questo è quello che è successo.
L’ambiente è molto elegante, spazioso e silenzioso anche se forse un po’ troppo poco illuminato.
Dei sei piatti ordinati solo due possono salvarsi: i fiori di zucca ripieni di fonduta su letto di insalata e il coniglio in tre diverse cotture (fritto e in salsiccia); gli altri avevano tutti una presentazione davvero poco curata, cosa che non dovrebbe accadere in ristoranti di questo livello, e i piatti di carne grondante succhi lasciavano abbastanza a desiderare. Anche il gusto non aveva niente di più da offrire: verdure più crude che cotte e carne assolutamente niente di eccezionale.
Il menù cambia giornalmente quindi è probabile essere finiti qui in una delle eventuali giornate storte ma se per i residenti è più facile rimediare per chi viene da lontano può determinare un giudizio definitivo.
Rimandato.
Kenney Seafood
Lo stretto e al tempo stesso pericoloso rapporto che New Orleans ha con l’acqua ha concesso al pesce, ai crostacei e ai frutti di mare un posto privilegiato nella cucina cajun e creola.
Kenney Seafood si trova a Slidell, mezz’ora di macchina da NOLA, e non è un vero e proprio ristorante bensì una pescheria. Ma è il modo migliore per gustare dell’ottimo pesce fresco.
Per riuscire a fare il pieno di specialità consiglio il loro misto di pesce (ovviamente tutto fritto): ostriche, pesce gatto, gamberi e un granchio dal carapace morbido.
Ottimo posto per un pranzo veloce, e dove comprare del pesce fresco se ne avete l’occasione, dopo un giro alle paludi di Honey Island.
Upperline Restaurant
Situato in una bella casa ottocentesca a due passi dal famoso Garden District è raggiungibile dal French Quarter in una ventina di minuti di tram.
Appena entrati sembra di tornare indietro nel tempo; luce soffusa e mobili dal gusto retrò, alle pareti miriadi di quadri, non sempre nel mio canone di “bello”.
Il menù offre un percorso di degustazione delle migliori specialità di New Orleans tra cui il gumbo (una zuppa di riso e pesce), la zuppa di tartaruga, pomodori verdi fritti e gamberi.
Tra i loro Top Dish c’è l’anatra arrosto; a parte per le sue salse troppo forti davvero un ottimo piatto, abbondante ma non si fa fatica a terminarlo. La carne è morbidissima e molto saporita, non si bada molto alla presentazione ma ciò è compensato dall’ottimo sapore.
Anche i dolci seguono la linea della tradizione e del territorio con la classica Louisiana Pecan Pie, nota a chi segue Masterchef USA.
Concludendo un ottimo posto per cene romantiche o tra amici complici l’atmosfera tranquilla e il buon cibo.