Ci sono giorni in cui la nostra vita sembra disintegrarsi sotto i nostri piedi; tutti i sogni, le speranze e i progetti in fumo in qualche istante e noi a chiederci se valga davvero la pena ricominciare da capo. Tutto questo alla famiglia Galloni è successo il 14 Luglio 2016.
Siamo a Langhirano, 25 chilometri a sud di Parma, circondati dalle splendide colline dell’Appennino Emiliano e sulle sponde del torrente Parma. Questa è la patria del prosciutto per eccellenza, quello di Parma, che ci è invidiato da tutto il mondo. L’azienda della famiglia Galloni produce prosciutti da più di 50 anni ma in quel fatidico giorno di estate di due anni fa tutto sembra cambiare: alle 16:30 un incendio improvviso distrugge circa i tre quarti dello stabilimento. 85 mila prosciutti vanno letteralmente in fumo e con essi circa 20 milioni di euro in danni.
Potrebbe essere il principio di un incubo, in realtà è l’inizio di una bella storia; con una forza di determinazione non comune Carlo e Mirella (insieme a Federico, Luca e Francesco, figli di Carlo) decidono di ripartire immediatamente, anche grazie all’aiuto dei concittadini langhiranesi e dei concorrenti.
“Dal giorno dell’incendio, non abbiamo mai fermato la produzione- ci racconta Mirella- e abbiamo rispettato i tempi di consegna di tutti gli ordini ricevuti. Nessun licenziamento, non un giorno di cassa integrazione ma anche nessun ritardo nelle consegne in Italia e all’estero. Paradossalmente l’incendio ci ha resi ancor più forti, obbligandoci a un percorso e ad un confronto che ci ha insegnato un nuovo modo di lavorare”.
La Rinascita
In meno di un anno la posa del primo pilastro della nuova azienda e dopo 100 giorni il primo prosciutto entra nello stabilimento nuovo di zecca. Stabilimento la cui riapertura ufficiale è stata celebrata lo scorso primo giugno. Le parole d’ordine sono tradizione e innovazione: il processo di produzione è ora all’avanguardia grazie alle numerose nuove apparecchiature; tecnologie che, secondo Carlo, non sarebbero ancora state introdotte se non fosse stato per l’incendio. Ma la parola d’ordine da queste parti è ancora “tradizione”; ed ecco allora che esperti artigiani salano a mano ciascun prosciutto che poi stagiona in cantine, che nulla hanno di che invidiare a quelle vinicole (anzi, per non essere da meno, alcuni prosciutti vengono fatti stagionare in barrique di legno), per periodi che vanno dai 16 mesi fino ai 30 mesi e oltre.
L’incendio è stato anche un’occasione per trasformare un sito industriale in un luogo di bellezza e cultura; è nato infatti un percorso d’arte che trae ispirazione dagli elementi contorti e plasmati dal fuoco. Protagonisti di questo itinerario sono gli artisti Danilo Cassano, Aurora Fabri, Candida Ferrari, Alberto Vettori, Graziano Pompili, Luca Paini, che hanno creato un itinerario, fuori e dentro la fabbrica, dove l’arte incontra il quotidiano. Una forma di ispirazione per cercare di dimenticare il passato e lanciarsi verso un brillante futuro.
Il Futuro del Prosciuttificio Galloni
In cima all’edificio l’architetto Claudio Bernardi ha creato un giardino pensile con una struttura vetrata dotata di bancone e cucina a vista in cui organizzare eventi e presentazioni; non solo, lo spazio servirà anche per promuovere progetti di formazione.
Tante idee gravitano attorno al nuovo stabilimento e verranno portate avanti insieme a diverse università (Parma e Bologna) e associazioni. Lo sguardo è rivolto al 2020, anno di Parma Capitale della Cultura per cui la famiglia Galloni vorrà sicuramente farsi trovare pronta.
L’insegnamento più grande l’ho capito vedendo Carlo Galloni commuoversi, e non solo lui, davanti alle immagini della ricostruzione; non importa quanto grave possa essere la caduta, con passione e determinazione sarà sempre possibile rialzarsi e non sia mai che, nel disastro, si possa trovare uno stimolo e un’occasione per crescere ancora di più.