Torres del Paine è il cuore selvaggio della Patagonia cilena, un luogo che incarna lo spirito incontaminato della natura proprio come El Chaltén e il Fitz Roy lo fanno per la Patagonia argentina. È un vero santuario per gli amanti delle montagne e degli spazi sconfinati, dove ogni passo svela paesaggi maestosi: laghi cristallini, imponenti ghiacciai e vette innevate che sembrano toccare il cielo.
Non sorprende che questo gioiello naturale sia stato dichiarato Riserva della Biosfera dall’UNESCO. Oltre a offrire una bellezza mozzafiato, il parco custodisce una biodiversità unica: puma silenziosi che si muovono furtivi tra le colline, condor che planano sopra le cime e guanachi che pascolano liberi nelle praterie ventose. Qui, la natura non è solo uno spettacolo, ma un delicato equilibrio da preservare, rendendo ogni visita un viaggio non solo tra panorami straordinari, ma anche attraverso l’anima stessa della Terra.
Il Parco Nazionale di Torres del Paine
Il Parco di Torres del Paine “nasce” ufficialmente il 13 maggio 1959 con il nome di Parco Nazionale Turistico del Lago Grey, in un periodo in cui la principale attività del luogo era l’allevamento e i turisti erano rappresentati da uno sparuto numero di avventurieri. Il nome attuale lo ottiene nel 1970. Paine è una parola Tehuelche, la lingua parlata dai nativi del popolo Aonikenk che abitavano queste zone e significa “blu”.
Simbolo del parco sono le tre Torres del Paine: la Torre Central, scalata per la prima volta nel 1963 da Chris Bonington, la Torre Sur di Agostini, anch’essa scalata per la prima volta nel 1963 da una cordata italiana, e la Torre Norte Monzino, scalata dal celebre Guido Monzino.
Trekking Mirador Base de las Torres
Il trekking al Mirador Base de Las Torres è stato senza dubbio il mio preferito tra i tre che abbiamo affrontato in questo viaggio. Questo è anche quello più famoso all’interno del parco e di gran lunga il più frequentato. I punti in comune con il trekking per la Laguna de Los Tres sono tanti, a partire dalla lunghezza (circa 21 km) e dal dislivello (circa 900 metri). Non solo, anche in questo caso è l’ultimo chilometro a racchiudere quasi tutto il dislivello, rappresentato da una pietraia piuttosto faticosa da affrontare.
Una cosa che ho preferito rispetto al primo trekking sono i panorami che si incontrano; i primi chilometri partendo dal Welcome Center si sviluppano in una pianura con le vette innevate delle Ande a fare da sfondo. Sugli alberi e arbusti intorno a noi uccelli dai colori sgargianti e dagli occhi di fuoco ci fanno compagnia con il loro canto.
Dopo aver attraversato il Rio Ascensio per la prima volta cominciamo a prendere quota. Dietro di noi lo splendido Lago Nordenskjold, davanti la vallata scavata negli anni dalle acque del fiume. In circa un paio d’ore raggiungiamo la nostra prima tappa, il Refugio Chileno. Il Chileno è uno dei sette rifugi sparsi per il parco e che servono come base per la notte per chi decide di percorrere i trekking O, W o Q che hanno durata variabile dai quattro ai dieci giorni.
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Dal rifugio partono 4 km di falso piano che si addentrano sempre più nella valle. Dal Paso del Los Vientos c’è una bellissima vista sulle montagne che ci circondano. L’ultima parte prima della pietraia si addentra nei tipici boschi di lenga. Usciti dal bosco ci troviamo di fronte alla pietraia; passo dopo passo iniziamo la salita, la pendenza è quasi maggiore rispetto alla Laguna e le pietre non sono tutte completamente stabili. Le tre torri che spuntano dal pendio ci danno lo spunto per continuare la salita.
Dopo circa un’ora raggiungiamo finalmente la nostra meta: sulla laguna immobile si riflettono le tre Torres del Paine. Questa volta il tempo è dalla nostra parte e i raggi del sole colorano le tre torri di sfumature incredibili. Un’oretta di riposo per goderci questa bellezza infinita e siamo pronti per ripercorrere a ritroso il sentiero.
Quando andare a Torres del Paine
Come per l’area di El Chaltén, il periodo migliore per visitare il Parco di Torres del Paine è l’estate australe quando le ore di luce sono abbondanti e le temperature accettabili (variano tra i 9 °C e i 17 °C). Una cosa che si impara in fretta da queste parti è quanto il meteo possa cambiare velocemente; quindi partite preparati portando con voi indumenti impermeabili e una giacca a vento (o un guscio).
Il periodo corrisponde a quello dell’alta stagione e il parco potrebbe essere piuttosto affollato; vista la scarsità di alloggi meglio prenotare con largo anticipo, anche i campeggi.
Come arrivare a Torres del Paine
La città di Puerto Natales è la più vicina all’ingresso del Parco chiamato Laguna Amarga. La distanza è di poco più di 100 km, all’incirca un paio d’ore. Dalla stazione degli autobus partono giornalmente numerosi bus diretti al parco. Il consiglio è quello di prenotare il biglietto direttamente alla stazione il giorno prima.
Queste sono le compagnie che operano tra Puerto Natales e il Parco:
Nel caso partecipaste a un tour guidato, la maggior parte di essi comprende il trasporto fino al parco (ma non il biglietto d’ingresso o i pasti).
Biglietti, Costi e Orari
Il costo del biglietto per l’ingresso al Parco varia in base alla nazionalità (i cileni pagano meno) e ai giorni di permanenza. Il biglietto va obbligatoriamente comprato online sul sito ufficiale del Parco; a Settembre 2024 i prezzi sono i seguenti:
- Da 1 a 3 giorni al Parco Nazionale Torres del Paine – Stranieri over 18 CLP$ 31.200
- Più di 3 giorni al Parco Nazionale Torres del Paine – Stranieri over 18 CLP$ 44.500
Puerto Natales
La cittadina di Puerto Natales è stata la nostra base per i due giorni in terra cilena. Ci troviamo nella provincia di Ultima Esperanza, tra i fiordi e gli isolotti che compongono la frastagliata costa pacifica cilena. Non siamo quindi nella classica cittadina di mare cui siamo abituati, circondata com’è da montagne innevate e distese pianeggianti. Questo è il punto di partenza ideale per raggiungere il Parco di Torres del Paine, ve ne accorgerete soprattutto dal numero di turisti che popolano le strade del centro.
La città non ha particolari monumenti ma ci sono alcune zone che vale assolutamente la pena visitare, anche se solo per una passeggiata. Il lungomare ad, esempio, è perfetto per godersi un po’ di aria di mare (a volte anche troppa); qui incontrerete tre statue: il Milodonte (un antico animale simbolo della città), il Monumento al Vento e la Mano (che replica una scultura simile nel Deserto di Atacama).
Plaza de Armas è il cuore della città. Sulla piazza si affacciano la chiesa e due edifici storici, in pieno stile “spagnoleggiante”. Da qui dipartono le vie principali della città, piene di negozi, ristoranti e agenzie di viaggio.
Dove Dormire e Mangiare a Puerto Natales
Vista la natura prettamente turistica della città, hotel e ristoranti abbondano. Come al solito, se vi trovate da queste parti in periodo di alta stagione, conviene prenotare con largo anticipo. Noi abbiamo soggiornato all’hotel Capitan Eberhard che si trova sul lungomare. La posizione è molto comoda per fare una passeggiata lungo la costa e per raggiungere il centro. A cinque minuti a piedi dall’hotel, in via Carlos Bories, si trova anche una lavanderia abbastanza economica.
Nei dintorni si trovano numerosi ristoranti, ecco alcuni consigli:
- Holaste!: Holaste! è una piccola caffetteria vicino al lungomare; perfetta per colazione o per una veloce merenda pomeridiana. Il loro forte è il caffè ma offrono anche piatti freddi e caldi. I french toast sono assolutamente da provare!
- Pampa RestoBar: cocktail bar e ristorante a due passi da Plaza de Armas. I piatti di pesce sono la specialità della casa, in particolare il ceviche, davvero freschissimo. Unica nota dolente il servizio, abbastanza disastroso: piatti arrivati a distanza di minuti uno dall’altro (nonostante avessimo, ovviamente, ordinato tutti insieme) e dopo una lunga attesa. Purtroppo abbiamo notato queste mancanze nel servizio più volte nel corso del viaggio; l’unico rimedio, purtroppo, era minacciare di lasciare il locale (in alcuni posti le attese sono state di quasi un’ora nonostante quasi mai fossero al completo).
- La Tapera: elegante ristorante in centro. Protagonista ovviamente la carne cucinata sulla parrilla.