Sono stato sempre abbastanza prevenuto riguardo la cucina inglese, memore delle esperienze estive con la scuola; quest’anno però, durante la settimana passata ad Oxford, sono riuscito a trovare dei bei locali dove mangiare.
Locali che non faranno rimpiangere a dei turisti italiani in vacanza la cucina di casa nostra senza per forza dover riparare in uno dei numerosissimi ristoranti italiani che spuntano un pò dappertutto in terra inglese.
The white horse
Domenica stavo passeggiando per il centro di Oxford quando mi imbatto in questo piccolissimo pub con un cartello all’esterno:“Best fish and chips in Oxford”.
“Non posso perdermelo” mi sono detto!
Entrando sembra di fare un salto nel passato, l’interno è completamente in legno: tavoli, pareti e bancone del bar. Alle pareti foto e ricordi di un Inghilterra che fu oltre a varie cravatte, le “carte di credito” del 1800 a quanto pare. I due ragazzi che gestiscono il pub corrono avanti e indietro per accontentare tutti i clienti, nonostante siano da soli in sala l’attesa non è troppa.
Il fish and chips è davvero buono, dorato al punto giusto e croccantissimo; ciò che lo porta al livello superiore è però la salsa tartara della casa, squisita.
Se volete gustarvi una delle più tipiche pietanze inglesi e allo stesso tempo godere di un clima un pò retrò, questo è il pub che fa per voi.
Seasalt
Ristorante di pesce che si trova su St. Clemen’s Street, davanti alla fermata del bus da e per Londra. Trovandomi su un’isola, per quanto grande, ho pensato che il pesce non potesse essere così male, anche in un paese dell’interno come Oxford. Il locale è spazioso e ha una grande vetrata che dà sulla strada per rendere più luminosa la sala.
Il personale è attento e simpatico, questo ho avuto modo di sperimentarlo dappertutto: mai un muso lungo o atteggiamenti strani come a volte può capitare da noi.
Ho scelto un tipico piatto inglese: la Paella.
Mi sono preso il rischio per quanto riguarda la cottura del riso ma non ci sono stati problemi, cotto al punto giusto. All’interno del piatto c’erano cozze, calamari, gamberi e pollo; decisamente ricca, forse anche troppo. Infatti non sono riuscito a concentrarmi sull’impepata di cozze che ho visto passare verso i tavoli vicini e ho virato direttamente sul dolce.
Non sono uno che va matto per i dolci, ma la torta al doppio cioccolato con copertura croccante mi ha fatto cambiare idea per quella sera, terminata con pancia piena e soddisfatta.
Rusty bicycle
Senza ombra di dubbio il mio pub preferito ad Oxford. Mi ha salvato in tutte le cene della settimana di Pasqua dell’anno scorso che avevo trascorso qui. Il Rusty è il tipico pub inglese: entri e ti siedi dove capita, anche a un tavolo insieme ad altre persone e poi ordini al banco.
Mentre le volte precedenti mi ero concentrato più sugli hamburger che su altro (in ogni caso ottimi); questa volta, su consiglio dell’amico Gabriele, ho provato la pizza.
Che dire, migliore di molte pizze mangiate in Italia: sottile e croccante, e soprattutto a un prezzo che possiamo definire normale in relazione alla qualità, elevata, di ciò che si mangia.
Il Rusty mi aveva salvato ancora una volta!
Head of the river
Tra tutti i locali della settimana, questo è quello con l’aspetto ambientale migliore: è infatti situato sulla riva del fiume che attraversa la città e dalla spaziosissima terrazza si può godere della fresca brezza serale sorseggiando una bella pinta di birra.
C’era ancora un piatto che non avevo mangiato nei giorni precedenti: un bell’hamburger accompagnato da patatine dorate e croccanti. Difficile trovare un hamburger fatto male in Inghilterra e anche l’Head of The Rivernon si smentisce, davvero buono. Elegante anche la presentazione su piatti di ardesia e con le patatine in una tazza da colazione.
Menzione speciale per il ristorante della catena dello chef inglese Jamie Oliver: il Jamie’s Italian, il quale propone piatti della cucina italiana (o per lo meno ci va molto vicino).
Nonostante non mi sia mai fidato della pasta cucinata in un ristorante al di fuori dei confini italiani, devo dire che i “tortellini” (che sembravano più dei ravioli) non erano affatto male.
Tirando le somme di questa prima settimana trascorsa in Inghilterra non posso che dirmi soddisfatto dei locali scelti per andare a mangiare, segno che anche la cucina inglese si sta dando da fare per raggiungere alti livelli.
Settimana prossima vi parlerò dei giorni trascorsi a Cambridge, sempre alla ricerca dei locali dove non rimpiangere la cucina italiana.